Legge di Conway: relazione tra organizzazione e architettura

Nel 1967, Melvin Conway, un informatico, fece un’osservazione che continua a influenzare la progettazione del software e delle organizzazioni. Conosciuto come Legge di Conway (Conway’s Law), questo principio afferma: “Ogni organizzazione che progetta un sistema, lo produrrà con una struttura che è una copia della struttura di comunicazione dell’organizzazione stessa”. In altre parole, la struttura e il flusso di comunicazione di un’azienda influenzano profondamente l’architettura dei sistemi (software, ma non solo) che essa produce. Laddove i team sono organizzati in modo frammentato e isolato, il software rifletterà tali divisioni. Se, invece, i team lavorano in modo integrato, anche il software mostrerà una maggiore coesione.

Agile e DevOps sono metodologie che cercano attivamente di affrontare queste dinamiche. La loro enfasi sulla collaborazione e sulla cross-funzionalità è in gran parte una risposta alle sfide identificate dalla legge di Conway. In questi ambienti, la struttura dei team e la loro interazione hanno un impatto decisivo sul successo del prodotto, facendo emergere un’architettura più snella e allineata agli obiettivi aziendali piuttosto che alle divisioni interne.

La struttura del team definisce il prodotto

Nelle organizzazioni tradizionali, dove le competenze sono compartimentalizzate in team distinti (per esempio, sviluppo front-end, back-end, infrastruttura, operations), la legge di Conway si manifesta chiaramente. Ogni team tende a progettare una parte del sistema che rispecchia la sua area di competenza. Questo crea problemi di integrazione e il software finisce per riflettere queste divisioni interne, con componenti separate che perdono di vista la logica funzionale del sistema nel suo insieme.

Una possibile soluzione per gestire l’influenza della legge di Conway è l’introduzione di team cross-funzionali, tipici degli approcci Agili. Invece di separare i team per competenze tecniche, si formano team responsabili di intere aree del prodotto. Questo non solo riduce la complessità nell’integrare diverse parti del sistema, ma promuove anche una maggiore responsabilità end-to-end.

Per esempio, un team che gestisce una feature completa, dall’interfaccia utente fino alla gestione del database, può prendere decisioni architetturali che riflettono l’intero flusso funzionale, piuttosto che limitarsi a una singola parte del sistema. Questo tipo di organizzazione del lavoro evita potenziali duplicazioni di codice e promuove un’architettura più snella e coerente, allineata agli obiettivi di business e non alle strutture interne.

I pericoli dell’isolamento dei team

Un altro caso molto comune in cui sono evidenti gli effetti negativi della legge di Conway è la tendenza dei team a risolvere i problemi in autonomia, evitando di coinvolgere altri gruppi. Questo atteggiamento, spesso dettato dalla volontà di ridurre il tempo di coordinamento o la complessità del processo, porta più danni che benefici. Il risultato è un’architettura disgiunta, in cui funzionalità simili vengono spesso replicate e le integrazioni tra diverse componenti diventano più complicate.

Questo isolamento porta dunque a inefficienze, poiché le soluzioni ottimizzate per un singolo team possono essere subottimali a livello di sistema. Le decisioni architetturali prese in modo isolato riflettono i confini interni, piuttosto che rispondere alle reali necessità del prodotto o dell’utente finale. Alla lunga, questa mancanza di coordinazione tra i team non solo rende più complessa la gestione del software, ma aumenta i costi di manutenzione, poiché ogni parte del sistema diventa sempre più difficile da allineare.

L’architettura riflette la comunicazione

La comunicazione è quindi un aspetto fondamentale. E le organizzazioni che promuovono una comunicazione fluida e trasparente tra i team vedranno riflessa questa cultura nei sistemi che sviluppano. D’altro canto, dove esistono barriere comunicative, come silos tra dipartimenti o mancanza di allineamento strategico, il software soffrirà delle stesse limitazioni. L’architettura diventerà frammentata e complessa, rispecchiando i problemi organizzativi.

Al contrario, per ottenere un’architettura software efficace, è cruciale incoraggiare la comunicazione interna tra i team. Laddove manca un flusso comunicativo costante e di qualità, piccole omissioni o fraintendimenti possono evolvere in problemi significativi, che compromettono la coerenza dell’intero sistema. Migliorare questo aspetto significa anche promuovere una cultura di trasparenza, in cui le decisioni critiche sono condivise e le sfide vengono affrontate collettivamente, garantendo una maggiore coerenza progettuale e “ownership” condivisa.

la legge di conway

Il legame tra organizzazione e architettura

Il principio centrale della legge di Conway, che il software rispecchia la struttura organizzativa, non deve essere visto come un limite insormontabile. Al contrario, riconoscere questo legame tra organizzazione e architettura può trasformarsi in un vantaggio strategico. Quando i leader comprendono come la struttura dei team influisce sull’architettura del software, possono prendere decisioni più informate su come strutturare l’azienda per supportare il tipo di sistema che desiderano.

Ristrutturare i team in modo da riflettere una visione architetturale più semplice e integrata è un modo per superare le limitazioni identificate dalla legge di Conway. Tuttavia, questo richiede uno sforzo continuo. Non basta cambiare la struttura una volta; l’organizzazione deve essere flessibile, in grado di adattarsi continuamente all’evoluzione del prodotto e del mercato.

Non esiste una soluzione definitiva

Come appena accennato, l’applicazione della legge di Conway al mondo reale richiede una costante attenzione all’evoluzione del prodotto e all’organizzazione del team. Non esiste una soluzione definitiva, ma la chiave è mantenere l’allineamento tra architettura e struttura del team.

Le pratiche Agili che aiutano a mantenere questo allineamento includono la revisione continua dell’architettura e l’adattamento dinamico dei team in base ai cambiamenti del mercato o alle esigenze del prodotto. Per esempio, l’uso di cicli brevi di sviluppo, come gli Sprint di Scrum, consente di verificare efficacemente se l’architettura rispecchia ancora le necessità aziendali, permettendo un miglioramento continuo e una maggiore flessibilità nell’allocazione delle risorse e delle competenze.

Se l’organizzazione diventa rigida o smette di adattarsi, l’architettura del software comincerà a riflettere questa rigidità.

Il ruolo dei leader

I leader hanno un ruolo cruciale nell’applicazione della legge di Conway. Devono riconoscere come le decisioni organizzative influenzano direttamente l’architettura del software e devono strutturare l’azienda in modo da promuovere la collaborazione. Questo implica una consapevolezza costante di come i team comunicano e lavorano insieme, e una volontà di cambiare rapidamente quando l’architettura del sistema comincia a mostrare segni di disconnessione.

Detto ciò, la legge di Conway non è una maledizione, ma uno strumento potente per comprendere e migliorare l’architettura del software. Le pratiche Agili e DevOps offrono strategie concrete per affrontare le sfide che essa solleva, ma richiedono impegno costante da parte di tutta l’organizzazione. I leader che fanno propria questa consapevolezza potranno guidare le loro aziende verso un’architettura più integrata e funzionale, capace di adattarsi rapidamente ai cambiamenti del mercato.

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